“(…) Alle radici della visione di Occoffer sta la citazione figurale da un lato, e l’impulso gestuale dall’altro, un’armonica dialettica degli opposti che si prolunga nelle stratificazioni dell’immagine come memoria attiva del vissuto, sintesi di luoghi reali e virtuali che scaturiscono dal complesso esperimento delle forme.
(…) Per intervenire sul pre-testo fotografico l’artista si serve di colori per il vetro molto trasparenti, crea zone intermedie affidate a diverse velature, con valenze luminose anche imprevedibili rispetto al progetto iniziale.
Attraverso l’uso di pastelli in bianco e nero Occoffer cerca contrasti e ambivalenze, sviluppa il rapporto tra il dentro e il fuori, stratifica valori prospettici complessi, trasmuta i piani compositivi preliminari per captare le tre dimensioni con soluzioni in grado di superare le due dimensioni della pittura.
(…) L’immaginazione modifica i dati dell’esperienza per captare segreti che stanno oltre il conoscibile, ogni traccia è utile per seguire le contrastanti pulsioni del fare, a volte sono fotografie di fotografie, ritagli di fotografie selezionate, sovrapposte, reinventate per cercare congiunzioni di forme diverse.
(…) Trasformare le dinamiche della forma e del colore è la vera sfida che Occoffer sostiene sottraendosi al dominio pianificato dell’immagine per attivare ricordi eloquenti attraverso l’elaborazione dei nessi con il passato. (…)”
(estratto dalla presentazione alla mostra del 2014 alla Galleria Scoglio di Quarto Milano)
Claudio Cerritelli
OPERE ESPOSTE